Particolare attenzione è dedicata all’osservazione di quelle dinamiche di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo che coinvolgono il mercato dell’Arte e che “inquinano” il patrimonio artistico e culturale, che in primo luogo è un bene dell’umanità e ne rappresenta la memoria delle tradizioni e i tratti del profilo di evolutivo.
Per molti decenni il mondo dell’arte è stato vittima di soprusi, furti e contraffazioni. Tale fenomeno è alimentato dal fatto, che le organizzazioni malavitose siano estremamente attratte dai profitti generati da questo mercato, che solo nel 2020, ha raggiunto un valore di 50 miliardi di dollari.
La compravendita illecita di opere d’arte è una tematica molto delicata, ciò che facilita le organizzazioni del crimine è un’assenza pressoché totale di una tracciabilità, infatti, nel nostro ordinamento attualmente non esiste un annuario e un inventario che ne monitori i movimenti.
L’attività̀ dell’Osservatorio prevede la realizzazione e la divulgazione di diversi filoni di ricerca, quali possono essere: partnership con altre realtà̀ istituzionali e private; progetti che sviluppano alcune delle tematiche individuate attraverso il costante lavoro di monitoraggio della realtà̀ italiana in comparazione con i paesi europei ed extraeuropei; promozione e realizzazione di incontri e convegni; formazione e diffusione della conoscenza.
Sono organi attivi affiliati dell’Osservatorio: il Presidente, il Vice-Presidente, il Tesoriere, il Consiglio Direttivo, il Comitato Scientifico.
Sin dal momento della sua istituzione l’Osservatorio ha mostrato la sua forte propensione all’apertura verso la comunità scientifica nazionale ed internazionale, valorizzando il continuo scambio di informazioni e di esperienze, oltre a una intensa collaborazione nell’organizzazione di seminari, convegni, iniziative editoriali, dibattiti e conferenze.
È importante tenere a mente che l’insieme delle opere d’arte appartenenti alla storia e all’evoluzione dell’espressione artistica del nostro paese, è un patrimonio che appartiene a tutti noi Italiani. La profanazione dell’opera, quindi, non riguarda un interesse esclusivamente politico, ma è un tema estremamente trasversale e un’offesa che coinvolge tutti noi cittadini. Il discorso riguarda l’Italia ma anche ogni paese detenente patrimoni culturali importanti per la propria identità nazionale.
Il lavoro dell’osservatorio è svolto con l’ausilio di commissioni di studio che si avvalgono della partecipazione di rappresentanti istituzionali delle diverse Forze di Polizia, delle Forze Armate, dei Dicasteri degli Esteri e delle Università, alti Magistrati da sempre impegnati nel contrasto alla criminalità, figure di vertice ed esperti di infrastrutture critiche ed Enti nazionali fortemente interessati ai temi della sicurezza.
L’attività svolta, è un’opportunità rivolta a tutti questi Enti, per facilitare e fluidificare efficientemente il proprio operato. I dossier oggetto di analisi approfondita sono individuati in sintonia con i partner dell’Osservatorio e con soggetti interessati con i quali vengono siglati accordi di collaborazione.
I risultati delle attività di ricerca sono raccolti in Rapporti ufficiali e in un breve abstract che descrive i percorsi di analisi e di studio affrontati. La consultazione dei Rapporti e dei Report è consentita in maniera del tutto esclusiva agli associati, previa registrazione, al portale dell’Osservatorio.
Le informazioni contenute nelle nostre ricerche, pubblicazioni e nelle altre aree del portale, sono protette da copyright. In quanto coperte da questa tutela, non possono essere riprodotte integralmente, ma è possibile utilizzare i contenuti, a condizione di citarne la fonte, e di non modificare le informazioni stesse e i dati estratti. Questo per mantenere e garantire l’integrità delle informazioni e degli studi condivisi.
L’ Academy dell’Osservatorio è finalizzata all’approfondimento dei lavori di ricerca e di analisi deI Think Tank, quindi, mira a divulgare gli studi e i risultati di quelle analisi, in coerenza con l’obiettivo di promozione del progetto su cui si fonda l’Osservatorio.
La tematica della contraffazione e dei furti di opere è ancora abbastanza occultata e priva della giusta attenzione. Rendere consapevoli gli addetti ai lavori e i cittadini riguardo a questo fenomeno, è un fattore estremamente importante e fondamentale per porre fine a queste attività illecite.
Prima fra tutte le tematiche, è quella dei registri distribuiti, comunemente conosciuti come Blockchain, in questo caso il progetto si pone tra i suoi obiettivi quello di portare il proprio contributo ai progetti orientati ad uno sviluppo tecnologico sostenibile ed in linea con le garanzie dello stato di diritto.
Pensiamo infatti che mai come in questo momento si ponga il problema del ruolo che il soggetto pubblico deve avere nel garantire i diritti della cittadinanza a fronte della velocità con cui l'innovazione, partendo dall'ecosistema del business to business, scende e diventa pervasiva nella vita di tutti i giorni, creando problemi soprattutto a quei soggetti che soffrono maggiormente il digital divide.
Le nostre commissioni interne si propongono di monitorare per quanto possibile gli sviluppi maggiormente presenti sulla scena con focus particolare, oltre che ovviamente sulla normativa antiriciclaggio, anche su privacy e cyber security, e sulla responsabilità di impresa.
Dall’osservazione della situazione del mercato dell’Arte attuale è scaturita la necessità di agire in chiave di maggiore trasparenza.
Noi dell’Osservatorio siamo convinti che si debba riuscire a far emergere le movimentazioni dei beni culturali e tracciare i passaggi delle opere cedute e del denaro che viene utilizzato in quel rapporto sinallagmatico.
È necessario istituire un Registro dei titolari di opere d’arte, un documento basato sul modello del Registro dei titolari effettivi previsto già dalla V direttiva AML. Per fare ciò è propedeutico iniziare a redigere un vero e proprio annuario delle opere di cui si compone il patrimonio artistico-culturale, a partire da quello di proprietà pubblica, fino a riguardare quello in mano ai privati.
Questa è l’idea che è stata maturata già alcuni anni dal Presidente Giuseppe Miceli e che, finalmente, oggi si è concretizzata alla base di un progetto che conta sulla collaborazione dell’Istituto Poligrafico Zecca dello Stato.
Sin dall’antichità gli artisti utilizzavano le tecnologie disponibili all’epoca e un pò d’inventiva per etichettare la propria Opera. Se un tempo ad esempio l’artista imprimeva sulla tela tracce del proprio DNA, che ci sono servite nei secoli per verificarne l’effettiva appartenenza. Oggi grazie alla rivoluzione tecnologica possediamo conoscenze e supporti decisamente più evoluti.
L’idea di un’etichetta o di un chip da applicare sull’opera da una parte potrebbe sembrare estremamente semplice e facile da manipolare. Il processo tuttavia è più complesso, se ogni stato possedesse un annuario e un catalogo delle opere e dei relativi movimenti, si potrebbero sviluppare dei chip sigillati dallo stato difficilmente falsificabili e non rimovibili. La rimozione sarebbe già un atto illecito e una volta reperito un’opera senza questo sigillo, sarebbe facilmente intuibile capirne la provenienza. Per questo, la collaborazione con l’Istituto Poligrafico Zecca dello stato è un marchio di garanzia molto importante per il progetto.
Siamo convinti che sia necessario un intervento legislativo ma che prima di tutto sia propedeutico acquisire piena consapevolezza del valore artistico e culturale di quei beni materiali, che sono appunto, le opere d’arte, nonché di un bene immateriale, ma altrettanto prezioso, che è la compliance dei professionisti, delle imprese e, più in generale, dei soggetti che interagiscono nel mercato dell’arte.
È un compito che deve scindere dagli obblighi normativi, ma che sia messo in moto perché gli enti dell’arte siano innanzitutto spinti da una chiamata virtuosa, volta a tutelare i propri patrimoni culturali.
Solo assicurando la tracciabilità delle opere d’arte, saremo in grado di monitorare le sottostanti movimentazioni di denaro e intercettare quelle che sono provento di attività illecite.
I Non-Fungible Token (NFT) sono sì una nuova opportunità per gli artisti digitali, i collezionisti e gli investitori istituzionali, ma dall’altra parte il tema apre una serie di interrogativi sulla sicurezza delle transazioni e sulla tutela del diritto d’autore.
Il problema primario è che le criptovalute e gli NFT operano in un contesto di identità segrete ed anonime, questo attira scambi illeciti che non possono essere tracciati. Inoltre, da parte dell’investitore e speculatore attivo in questo business, il rischio è altissimo, una mancanza di trasparenza è infatti terreno estremamente fertile per frodi inestimabili e operazioni di riciclaggio sporco.
Considerate le ingenti quantità di euro che circolano in rete, anche in questo caso sarebbe opportuno applicare un modello di tracciabilità delle opere virtuali e sviluppare una vera e propria iniziativa legislativa.
Il Dott. Miceli è promotore dell'idea che la qualifica di eccellenza Kelony-Assured, che per la prima volta è stata applicata su un’opera, debba essere estesa a tutte le opere d'arte così da proteggere l’intero patrimonio artistico attraverso la sua tracciabilità e il registro dei titolari di opere d’arte.
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